Riflessioni su COVID19: strategie, management e programmazione
Nel periodo di emergenza COVID19 che ha interessato la Sanità Pubblica globale e, in virtù del quadro sanitario che l'Italia sta affrontando in questi difficili mesi, si evidenzia la necessità di riflettere sulle strategie preventive di potenziamento del management e della programmazione sanitaria. A tal proposito, si riportano le riflessioni del Referente per le vaccinazioni della ASL di Cagliari, il Dr. Gabriele Mereu.
“Nessuno avrebbe potuto immaginare, quando ancora in Cina alla fine del 2019 i decessi per coronavirus venivano classificati come “morti per polmonite ad origine sconosciuta”, o si parlava di sola trasmissione dell’ infezione da animale a uomo, (così come avviene per l’ influenza aviaria) che solo 5 mesi dopo, il New York Times, alla soglia del raggiungimento di 100.000 decessi ufficiali negli U.S.A, titolasse a tutta pagina “Morti incalcolabili da Coronavirus negli U.S.A.”
Nel frattempo, sempre nella stretta osservanza delle norme igienico-sanitarie e di distanziamento, che ci dovranno accompagnare a lungo, le attese di tutti sono rivolte verso la scoperta di un vaccino o di farmaci efficaci contro il nuovo corona virus. Il vaccino in particolare in questo momento è oggetto di diversi studi, con previsioni in merito ai tempi della suaapprovazione e della tempistica della disponibilità che fluttuano costantemente anche a seconda delle diverse fasi delle sperimentazioni in corso.
Chi ha esperienza in tema di studi clinici è ben al corrente dei tanti passaggi e delle tempistiche necessarie affinchè il vaccino possa dimostrarsi immunogeno, ossia capace di produrre il quantitativo di anticorpi utili; efficace, ovvero capace di prevenire nell’ uomo la patologia contro cui è indirizzato e sicuro, cioè non in grado di produrre danni all’ organismo umano.
Una volta approvato dagli organismi regolatori, l’EMA in Europa e la FDA in America, il vaccino dovrà essere prodotto, tenendo anche conto che le capacità di produzione da parte delle aziende farmaceutiche non sono illimitate. Non va dimenticato infatti che in più occasioni, come in corso di campagna vaccinale antinfluenzale, le aziende fornitrici non sono riuscite a soddisfare tutte le richieste. Infine dovrà essere stabilito a chi indirizzare prioritariamente la vaccinazione, sicuramente anziani, persone affette da pluripatologie, personale sanitario e dei servizi di pubblica emergenza probabilmente contatti di casi postivi etc.
In base alle più recenti scoperte un altro mezzo di contrasto nei confronti del corona virus,complementare ai vaccini, potrebbe essere l’ utilizzo di anticorpi monoclonali. In particolare gli anticorpi dei pazienti guariti da coronavirus verrebbero isolati, caratterizzati e prodotti in laboratorio in grandi quantitativi. Sarebbero in pratica dei farmaci naturali destinati a chi risultasse positivo al tampone allo scopo di interrompere il progredire della malattia oppure destinati a chi, per attività lavorativa, fosse ad immediato rischio di contagio (personale sanitario, forze di pubblica sicurezza, volontari etc.) Sarebbe quindi la scelta giusta in quei casi in cui non si potessero aspettare i tempi necessari al vaccino per la produzione di titoli sufficienti di anticorpi.
Il vantaggio rispetto al plasma iperimmune, che al momento è l’unica arma disponibile, deriverebbe dal fatto che questo necessita sempre del singolo malato donatore; inoltre non sarebbe sempre fattibile l’ inoculazione per incompatibilità tra donatore e ricevente e sono infine da tener presente anche i possibili rischi d’ infezione.
In attesa del nuovo vaccino e dei nuovi farmaci, con la palese speranza che non siano necessari per la naturale attenuazione del virus, è doveroso implementare le coperture di altre vaccinazioni che indirettamente hanno il potere di ridurre il “burden” di letalità e patogenicità del coronavirus quali l’ antinfluenzale, sia per i tanti casi di coinfezione registrati, sia per le diagnosi tardive perché inizialmente scambiate per influenza in pazienti non vaccinati.
Anche le patologie da pneumococco possono fuorviare da una corretta diagnosi eziologica con il coronavirus, oltre che essere causa ogni anno per il nostro sistema sanitario nazionale di un non risolto carico in termini di ospedalizzazioni, decessi e costi sociali. Entrambe queste vaccinazioni sono peraltro rivolte allo stesso target di popolazione che più ha sofferto nel corso della pandemia SARS-CoV-2
In attesa di vedere pubblicati da parte del Ministero alla Salute, i dati di copertura raggiunti nella nostra regione nel corso della campagna 2019-2020 che, da una stima delle dosi consumate si prevedono superiori a quelle passati stagioni, già dal mese di Aprile ATS Sardegna ed Assessorato alla Sanità hanno avviato, in tempi rapidissimi, tutte le procedure necessarie finalizzate all’ espletamento della gara che si concluderà con la valutazione delle offerte nei primi giorni del mese di Giugno.
Le dosi richieste sono pressoché raddoppiate rispetto a quelle dell’anno precedente, ciò allo scopo diimplementare le coperture nei confronti della popolazione target, oltre che poter soddisfare la richiesta di poter vaccinare coorti aggiuntive che si prevedono siano inserite nella nuova circolare ministeriale.
Tra queste, dopo tanti anni d’ attesa, si prevede quella dei bambini nei primi 6 anni di vita. Se è vero infatti che il minore, a causa della sua immunità innata ha la capacità di rispondere meglio a nuove infezioni, e i dati dei casi di coronavirus nei bambini lo dimostrano, nel corso delle epidemie influenzali, pur non registrandosi la stessa gravità dei casi rispetto agli anziani, i bambini hanno una capacità di infettarsi per influenza di gran lunga più elevata (nei periodi di picco40 su mille di incidenza media conto 6 su mille degli anziani), ciò anche in virtù del fatto che un anziano su due risulta vaccinato.
Pertanto, poiché i minori sono un frequente veicolo di contagio per gli adulti (genitori, nonni, insegnanti), una limitazione della circolazione virale in queste coorti potrà finalmente interrompere questa infausta catena di trasmissione consentendo, oltre che di salvare vite umane, di ridurre i costi sociali come già avviene in quei Paesi dove già da tempo si attua questa politica sanitaria.
Quest’ anno più che mai occorrerà un maggior coinvolgimento di tutti gli operatori protagonisti da anni della campagna vaccinale; igienisti, medici di medicina generale, pediatri, medici delle direzioni sanitarie ospedaliere, universitarie, delle case di cura, delle R.S.A., medici competenti etc. dovranno, ognuno per le proprie competenze, garantire alti livelli di copertura ed assicurare, con l’ estensione della platea delle sedi ambulatoriali, garantire anche un minore affollamento e facilitare quindi il corretto distanziamento al fine di poter meglio garantire tutte quelle misure di profilassi utili non solo per la prevenzione delle infezioni da coronavirus, ma anche per tutte le altre infezioni a trasmissione aerea.”
Dr. Gabriele Mereu