Contrasto all'antimicrobico resistenza

Vaccinarsi in Sardegna partecipa attivamente alla lotta contro l’antimicrobico resistenza in considerazione del fatto che la vaccinazione si trova tra le top ten delle azioni efficaci per contrastare non solo l’utilizzo inappropriato degli antibiotici, ma anche e soprattutto lo sviluppo di resistenza all'attività di un farmaco antimicrobico. All'interno di questa sezione sarà pertanto possibile consultare tutti gli allegati disponibili in merito alle attività implementate per contrastare questo importante problema di Sanità Pubblica nel panorama nazionale e internazionale, con un focus specifico sulle iniziative promosse dalla Nostra Regione.

La resistenza agli antimicrobici (Antimicrobial Resistance) rappresenta uno tra i più importanti problemi di Salute Pubblica nell’ambito sanitario, e interessa sia la medicina umana che quella veterinaria. Il fenomeno deriva dalla capacità da parte di un dato microrganismo di sviluppare ed esprimere tra i suoi effettori di patogenicità, uno o più geni di resistenza all’attività di un farmaco (originariamente efficace per il trattamento delle infezioni determinate dal patogeno verso il quale è chiamato a svolgere l’attività farmacologica), sia esso antibatterico, antifungino, antivirale e/o antiparassitario. Tale espressione di resistenza determina la conseguente sopravvivenza del germe il quale, espletando il proprio ciclo vitale, rende il trattamento farmacologico dei pazienti infetti, estremamente difficile, costoso e in taluni casi anche impossibile, con un conseguente rilevante impatto epidemiologico, sociale ed economico sia nei Paesi industrializzati che in quelli economicamente più deboli (1).

Per diversi decenni, infatti, la resistenza antimicrobica ha rappresentato una crescente minaccia per il trattamento di una gamma sempre crescente di infezioni provocate da batteri, parassiti, virus e funghi, le cui espressioni di resistenza all’attività farmacologica sono andate consolidandosi nel tempo, fino a rappresentare nella realtà attuale una delle principali sfide assistenziali che la Sanità Pubblica dovrà affrontare nei prossimi decenni, come stigmatizzato anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (2). Ad aggravare il problema va rilevato che a fronte di tale incremento e diffusione della antimicrobico resistenza, non ha fatto riscontro un parallelo incremento della ricerca di nuove molecole ad attività antibatterica (1,3). La crescente incidenza delle infezioni da microrganismi multi resistenti (Multi-Drug Resistant Organism, MDRO), inoltre, ha individuato microrganismi resistenti a più di una classe di antimicrobici, riducendo, talora in maniera drammatica, l’armamentario terapeutico a disposizione del clinico e determinando un aumento della complessità assistenziale con incremento della morbosità, mortalità e costi associati all’assistenza sanitaria, ed in ultimo ma non per importanza un allarme sociale particolarmente ostico e di difficile gestione (4,5).

Le conseguenze economiche di tale fenomeno sono impressionanti: si stima che la necessità di utilizzare antibiotici di seconda o terza linea per la cura di numerose infezioni (talvolta esitanti in ricoveri) comporti già attualmente per gli ospedali dell’Unione Europea, dei costi aggiuntivi che ammontano a circa 1.5 miliardi di euro ogni anno (6).

Di non minore importanza, l’impatto della problematica negli ambiti veterinario e agricolo, a livello dei quali la diffusione delle resistenze potrebbe avere un serio impatto sulla salute animale, con possibilità di ricadute significative sulla capacità riproduttiva, ed umana. Solo nel settore veterinario, infatti, viene consumato oltre il 50% degli antibiotici utilizzati globalmente; questo rappresenta un fattore di rischio per la selezione e diffusione di batteri resistenti, sia commensali che zoonotici. Il trasferimento di batteri multi resistenti dall’ambiente all’uomo, infatti, può avvenire sia per contatto diretto, attraverso il consumo di alimenti di origine animale, sia per contatto indiretto, attraverso più cicli di contaminazione ambientale. A tal proposito, il legame esistente tra l’ambito disciplinare veterinario e quello umano viene analizzato a livello europeo congiuntamente dalla European Food Safety Authority (EFSA) e dall’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC). Nel 2015, inoltre, è stato elaborato il primo report congiunto da EFSA/ECDC/EMA “First Joint report on the integrated analysis of the consumption of antimicrobial agent and occurrence of antimicrobial resistance in bacteria from humans and food-producing animals” che, attraverso un’analisi integrata, ha esplorato l’associazione tra il consumo di antibiotici nell’uomo e negli animali da allevamento a scopo alimentare e la corrispondente resistenza nei batteri (7). A livello globale, muoiono oggi per infezioni batteriche circa 700.000 persone ogni anno e si valuta che entro il 2050 le vittime possano salire ad un totale di 10milioni di morti/anno: un triste primato che andrebbe a superare quello delle morti per tumore, stimate per lo stesso anno in 8.2 milioni. In Europa la resistenza dei batteri agli antibiotici è causa di almeno 25.000 morti/anno, una cifra destinata a decuplicare entro 35 anni (6).

Sulla base del panorama brevemente descritto, identificando il problema come uno dei più delicati dello scenario sanitario attuale, numerose agenzie hanno analizzato il fenomeno, raccomandando piani di azione specificatamente strutturati per il suo contrasto ed elaborando negli anni metodi da seguire per rendere efficace la lotta alle infezioni, aspetto che sta a monte della manifestazione del fenomeno.

Tra le top ten delle azioni specificatamente rivolte al contrasto dell’AMR, si collocano una serie di strategie parallele ed equivalenti, quali l’introduzione di tecnologie innovative costo-efficaci, la definizione di politiche sulla prevenzione dei rischi, la riduzione dei rischi ambientali attraverso un adeguato livel­lo di pulizia e igiene, la formazione costante del personale, la diagnosi tempestiva ed accurata, la somministrazione ed assunzione antibiotica solo e quando strettamente necessario, la prevenzione delle infezioni tutte.

In queste linee strategiche si inserisce necessariamente la Vaccinoprofilassi, grazie alla quale è possibile oggi prevenire le infezioni provocate da microrganismi multi resistenti (Multi-Drug Resistant, MDR). I vaccini infatti, sulla base della loro straordinaria capacità di prevenire le principali malattie infettive, riducono lo sviluppo di infezioni da batteri MDR anche in coloro che non possono sottoporsi alla vaccinazione attraverso i noti meccanismi legati all’immunità di gregge (herd immunity); riducono il numero totale di infezioni da parte di un determinato ceppo batterico (agendo su batteri sensibili e non); moderano la necessità di sottoporsi a trattamenti antibiotici (il controllo ad esempio con la vaccinazione delle principali malattie batteriche invasive, ed in particolare di quelle meningitiche come Meningococco, Pneumococco ed Haemophilus, fa ridurre enormemente l’uso degli antibiotici in età pediatrica, nella consapevolezza di trovarsi di fronte ad una malattia di probabile origine virale).

Infine prevenendo infezioni virali come l’influenza, sono in grado di combattere l’AMR riducendo il numero di malattie ad eziologia virale ed evitando la somministrazione di terapie antibiotiche inappropriate o necessarie a trattare sovra-infezioni batteriche.

Dal 2008, l’ECDC, ogni 18 Novembre, celebra lo European Antibiotic Awareness Day (EAAD) (8), per sensibilizzare all’uso prudente degli antibiotici e contestualmente a ciò, in virtù dell’identificazione di questo problema come un’emergenza sanitaria di valenza nazionale, il Ministero della Salute ha messo in campo un’azione mirata attraverso l’organizzazione del Piano Nazionale di Contrasto all’antimicrobico-resistenza (PNCAR) 2017-2020 (9).

In occasione di questa importante ricorrenza, Vaccinarsi in Sardegna, invitando gli utenti ad una riflessione sull’importanza di questo fenomeno, riporta le principali attività svolte nel panorama regionale, nazionale ed internazionale.

Fonti / Bibliografia
  1. Antimicrobial resistance: global report on surveillance - World Health Organization - 2014
  2. World Health Organization. Antimicrobial resistance: global report on surveillance. Geneva: WHO, 2014
  3. Silver LL. Challenges of Antibacterial Discovery. Clinical Microbiology Reviews 2011;24:71-109
  4. Magiorakos AP, Srinivasan A, Carey RB et al. Multidrug-resistant, extensively drug-resistant and pandrug-resistant bacteria: an International expert proposal for interim standard definitions for acquired resistance. Clin Microbiol Infect 2012; 18:268-81
  5. Siegel JD, Rhinehart E, Jackson M, Chiarello L. The Healthcare Infection Control Practices Advisory Committee Management of Multidrug-Resistant Organisms In Healthcare Settings, 2006. Disponibile su: https://www.cdc.gov/mrsa/pdf/mdroGuideline2006.pdf
  6. Review on Antimicrobial Resistance. Antimicrobial Resistance: Tackling a Crisis for the Health and Wealth of Nations. 2014.
  7. https://www.ema.europa.eu/docs/en_GB/document_library/Report/2015/01/WC500181485
  8. http://ecdc.europa.eu/it/eaad/Pages/Home.aspx
  9. PNCAR-Piano Nazionale Contrasto Antimicrobico resistenza 2017-2020.

Siti Ufficiali che si occupano di Antimicrobico resistenza a livello Locale, Nazionale e Internazionale: www.ecdc.europa.eu ~ www.salute.gov.it

Questo contenuto ti è stato utile? Grazie di aver espresso un giudizio per questo contenuto.
Condividi questa pagina: