Vaccinazione antinfluenzale e ultrasessantacinquenni: i reali bisogni della popolazione anziana.

Secondo le stime dell’OMS, le epidemie di influenza stagionale si verificano ogni anno nelle nostre latitudini durante la stagione invernale, colpendo dal 5 al 15% della popolazione mondiale, ossia da 350 milioni a 1 miliardo di persone, il cui impatto in termini di mortalità si traduce in 250-500 mila morti ogni anno. Si registrano dai 3 ai 5 milioni di casi gravi che richiedono l’ospedalizzazione dei soggetti a rischio tra cui anziani con patologie croniche. Solo in Italia si calcola che annualmente siano colpiti da sindrome simil-influenzale (ILI) da 5 a 8 milioni di persone, tra cui numerosi i soggetti con età superiore ai 65 anni.

In Sanità Pubblica la prevenzione dell’influenza stagionale è di assoluta importanza per ridurre l’impatto clinico ed economico della malattia. Ad oggi, la vaccinazione rappresenta lo strumento più efficace disponibile per questo scopo. Il vaccino antinfluenzale, infatti, incarna la migliore strategia preventiva per ridurre l’impatto epidemiologico, clinico ed economico dell’influenza. Tra le strategie applicabili, la più efficace si concretizza indiscutibilmente con la protezione dei gruppi di popolazione maggiormente a rischio, in particolare delle coorti anziane. Nonostante questo importante strumento di prevenzione sia offerto in maniera attiva e gratuita per gli anziani, considerati la categoria più a rischio di sviluppare complicanze in seguito all’influenza, e nonostante le ampie dimostrazioni di sicurezza ed efficacia del vaccino antinfluenzale, le coperture non raggiungono i valori minimi consigliati.

In Italia, la copertura vaccinale auspicabile del 75% negli over 65 non è mai stata raggiunta e negli ultimi 15 anni le percentuali sono sempre oscillate in un range compreso tra il 50 e il 70%.

Fig.1 Coperture per il vaccino antinfluenzale negli ultrasessantacinquenni
Fig.1 Coperture per il vaccino antinfluenzale negli ultrasessantacinquenni

La massima copertura è stata raggiunta nella stagione 2005-2006 (68,3%); successivamente è stato registrato un importante decremento delle coperture con il livello minimo registrato nella stagione 2014-2015 (48,6%), ed in ultimo, durante la passata stagione 2016-2017 la copertura registrata è stata del 52,6%, in ripresa rispetto all’anno precedente (49,6%). Come si evince in Figura 1, i tassi di copertura pocanzi citati, differiscono da regione a regione e, nella variabilità interregionale “a macchia di leopardo” la Sardegna è purtroppo tra le regioni con in valori più bassi di copertura vaccinale insieme alla provincia autonoma di Bolzano.

Parallelamente a ciò si deve sottolineare che in Sardegna, così come in Italia e in Europa, è atteso un ulteriore aumento dell’età media della popolazione e soprattutto della quota di ultrasessantacinquenni. Questo cambiamento demografico comporterà modifiche nei bisogni di salute che, per quanto concerne il contrasto alle malattie infettive prevenibili, come l’influenza, dovranno tenere conto delle caratteristiche della popolazione anziana.

Fig.2 Struttura della popolazione sarda dal 2002 al 2017
Fig.2 Struttura della popolazione sarda dal 2002 al 2017

Come si evince dalla Fig.2 la popolazione anziana (ultra sessantacinquenni) della regione Sardegna è passata dal 16,1% nel 2002 al 22,7% nel 2017. In un panorama di questo tipo, non è importante solo il numero in crescita della popolazione anziana, quanto il suo stato di salute, motivo per il quale l’aumento della speranza di vita, comporterà sempre nuove sfide per la Sanità Pubblica. L’invecchiamento demografico e la lunga sopravvivenza dei soggetti con malattie cronico-degenerative infatti, determineranno un incremento della quota di popolazione anziana fragile (dove per fragilità si vuole intendere la minore capacità di rispondere in modo quantitativamente e qualitativamente appropriato agli stimoli ambientali associata a una perdita dell’autonomia funzionale), cui corrisponderà un incremento della domanda di salute e una maggiore richiesta di risorse sanitarie.

A tal proposito, si ricorda che per invecchiamento della popolazione si vuole intendere lo stato biologico età-dipendente caratterizzato da una ridotta resistenza agli stress, secondario al declino cumulativo di più sistemi fisiologici e correlato a pluripatologie, disabilità, immunosenescenza, rischio di istituzionalizzazione e mortalità. Diventeranno pertanto fondamentali le azioni preventive per un “invecchiamento in salute”, le quali vedono tra le principali attività la profilassi delle malattie infettive come la sindrome influenzale.

Inoltre è importante sottolineare il fatto che esistono oggi importanti e significativi elementi per ipotizzare e dimostrare che la vaccinazione degli ultrasessantacinquenni può in qualche misura controllare anche l’eccesso di mortalità nella stagione invernale. Infatti, a seguito dell’influenza, possono verificarsi importanti complicanze: sovra infezioni batteriche a carico dell’apparato respiratorio (polmonite primaria e secondaria) e dell’orecchio (otite, sinusite), complicanze a carico dell’apparato cardiovascolare (miocardite) e del sistema nervoso, oltre che l’aggravamento di malattie preesistenti (attivazione della placca ateromasica, con rischio di infarto o stroke) con esiti anche fatali.

Per superare le criticità legate alla bassa copertura vaccinale nei soggetti di età superiore ai 65 anni, una strategia risolutiva potrebbe concretizzarsi attraverso lo studio, l’analisi e la programmazione di interventi di promozione alla vaccinazione antinfluenzale rivolta specificatamente alle coorti più a rischio come gli over 65, tenendo conto delle principali caratteristiche socio-economiche e dei bisogni formativi/informativi della popolazione anziana al fine di aumentarne la copertura vaccinale.

La Sardegna, pertanto ha aderito a un Progetto del Centro Nazionale per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie Infettive (CCM) finanziato dal Ministero della Salute: “Vaccinazione antinfluenzale negli anziani. Come l’utilizzo degli indici di deprivazione, delle principali caratteristiche socioeconomiche e dei bisogni informativi/formativi possono contribuire a migliorare le coperture vaccinali e di conseguenza a ridurre l’accesso al Dipartimento Ospedaliero d’Emergenza e Accettazione (DEA) e i ricoveri correlati all’influenza”, il quale ha evidenziando una importante correlazione tra le disuguaglianze, intese come situazioni di svantaggio della popolazione anziana in Sardegna, e le coperture antinfluenzali. Tale andamento, già rilevato a livello di macroaree e descritto nell’articolo: Le coperture vaccinali antinfluenzali negli anziani e l’indice di deprivazione multipla in Sardegna., è stato più specificatamente studiato all’interno delle aeree omogenee ed in particolare nell’ambito della popolazione anziana Sassarese (Fig. 3) con l’obiettivo di proporre strategie di promozione della vaccinazione calibrate sui reali bisogni della popolazione.

Fig.3 Area oggetto di studio: rappresentazione zone censuarie per Indice di Deprivazione
Fig.3 Area oggetto di studio: rappresentazione zone censuarie per Indice di Deprivazione

Il progetto ha coinvolto 10 Unità Operative (UO) distribuite su tutto il territorio nazionale. Utilizzando i dati del censimento 2011, gli indici di deprivazione socioeconomici sanitari (i quali hanno permesso di suddividere la popolazione in 5 gruppi di deprivazione: molto deprivati, abbastanza deprivati, non deprivati, abbastanza ricchi e molto ricchi) sono stati costruiti in base a una peculiare metodologia, standardizzata e validata in altri studi in letteratura, per analizzare i rapporti esistenti tra disuguaglianze socioeconomiche e aspetti associati alla salute, alla prevenzione e alla adesione alle campagne di immunizzazione. Un complesso processo di selezione ha portato all’individuazione di un insieme di variabili differenti per ogni area, in grado di esprimere le disuguaglianze legate allo stato di salute. I risultati di questo studio, che verranno pubblicati a breve, dimostrano come gli Indici di Deprivazione Socioeconomici sanitari giocano un ruolo importante nelle scelte di salute e permettono di individuare le caratteristiche dei principali sottogroppi di popolazione non aderenti alla vaccinazione. Le prospettive future del progetto sono orientate a comprendere le motivazioni della mancata adesione alla vaccinazione antinfluenzale utilizzando strategie adattate alle persone anziane. Tra queste, la promozione della campagna vaccinale antinfluenzale rappresenta certamente una importante sfida per il raggiungimento di obiettivi quali la riduzione del rischio individuale di malattia, ospedalizzazione e morte, e la riduzione dei costi connessi con la morbosità e la mortalità. Pertanto tale sfida deve spingere gli operatori sanitari tutti verso un rinnovato impegno nel promuovere la vaccinazione informando la popolazione sul reale pericolo rappresentato dalla mancata adesione all’offerta di immunizzazione stagionale.

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