Giornata Mondiale contro l'HIV/AIDS: un'occasione per riflettere sui progressi e sulle sfide ancora aperte

Una Giornata mondiale contro l’HIV/AIDS è un’occasione in cui il mondo intero si unisce per riflettere sui progressi raggiunti nella lotta contro l’HIV e per ricordare l’importanza di continuare a lavorare per porre fine alla pandemia sia attraverso la prevenzione sia attraverso i trattamenti oggi a disposizione. Infatti, l’HIV continua a rappresentare oggi una sfida globale, con milioni di persone che convivono con il virus e molte altre ancora a rischio. Inoltre, questa giornata richiama l’attenzione sulle disuguaglianze e le barriere che impediscono un accesso equo alle cure e alla prevenzione, sottolineando l’urgenza di un impegno collettivo per sradicare lo stigma e garantire un futuro libero dall’HIV/AIDS. In quest’ottica è importante tenere acceso un faro sulla ricerca di un vaccino efficace, nella consapevolezza che la fine durevole e sostenibile di qualsiasi pandemia dipende dalla disponibilità di un vaccino, come di recente ci ha insegnato la pandemia Covid-19, ma anche per ricordare che le persone infettate da HIV hanno più di altri la necessità di prevenire pericolose infezioni concomitanti e dunque la necessità di ricorrere alle vaccinazioni secondo le raccomandazioni scientifiche sulla base dello stato di immunocompetenza.

Il 1° dicembre di ogni anno si celebra la Giornata mondiale contro l'HIV/AIDS, un momento per riflettere sui progressi raggiunti nella lotta contro il virus dell’HIV, ma anche per richiamare l’attenzione sull’importanza di continuare a lavorare per porre fine alla pandemia. Nonostante i progressi significativi nella prevenzione e nei trattamenti, l'HIV continua a rappresentare infatti una sfida globale.

Nel mondo, milioni di persone convivono con il virus e altre ancora sono a rischio di infezione. A livello globale, alla fine del 2023, erano stimate in circa 40 milioni le persone che vivono con l’HIV, e la pandemia ha avuto un impatto particolarmente devastante in alcune regioni, come quella africana. In Africa, infatti, quasi un adulto su 25 (circa il 3,4% della popolazione) è infetto, rappresentando oltre due terzi delle persone che convivono con il virus a livello mondiale. In Italia, nel 2023 sono state registrate 2.349 nuove diagnosi di HIV, con un incremento delle diagnosi rispetto agli anni precedenti. Il numero totale di persone che vivono con HIV nel paese è stimato intorno a 140.000, ma la situazione potrebbe essere ancora più grave di quanto emerga dai dati ufficiali, soprattutto in termini di diagnosi precoci.

Negli ultimi decenni, i trattamenti antiretrovirali (ART) hanno cambiato radicalmente la vita delle persone che vivono con l’HIV. Grazie alla terapia antiretrovirale combinata, l'infezione da HIV è diventata una condizione cronica gestibile, che permette alle persone di vivere a lungo e in buona salute. Nel 2023, circa 31 milioni di persone in tutto il mondo ricevevano terapia antiretrovirale, e questo ha contribuito a ridurre significativamente il numero di decessi legati all'AIDS.

Tuttavia, se da una parte la terapia ha prolungato la vita delle persone con HIV, dall’altra ha portato a un aumento delle comorbidità croniche, come diabete, obesità e malattie cardiovascolari. Le persone con HIV hanno infatti un rischio maggiore di sviluppare malattie cardiache, con un rischio di infarto o ictus che è 2,2 volte superiore rispetto alla popolazione generale. Questo è dovuto alla combinazione di fattori legati al virus stesso, che provoca infiammazione cronica e disfunzione immunitaria, e agli effetti collaterali di alcuni farmaci antiretrovirali. Tali condizioni predispongono inoltre a più gravi sequele in corso di altre infezioni concomitanti. E’ per questo che esistono specifiche raccomandazioni vaccinali per i pazienti infetti da HIV. Rimandando alle linee guida delle singole società scientifiche per l’esecuzione in sicurezza dei vaccini raccomandati nei pazienti HIV positivi, preme qui richiamare alcuni concetti basilari:

- I pazienti HIV positivi sono categoria a rischio per diverse malattie infettive alcune delle quali possono essere prevenute con gli attuali vaccini a disposizione.

- Se il paziente HIV positivo non è in uno stato di immunodepressione tutti i vaccini possono essere utilizzati

- Se lo stato immunologico è compromesso con un basso livello di linfociti TCD4 sono genericamente controindicati i vaccini vivi e attenuati

- Lo stato di immunocompromissione può influire sulla durata dell’immunità per cui la schedula vaccinale può prevedere dei richiami a differenza di quanto avviene per i soggetti immunocompetenti.

Ne deriva che il soggetto infetto da HIV durante i counseling per i corretti comportamenti preventivi e per la corretta compliance alla terapia deve essere anche informato sulla necessità di completare il calendario vaccinale previsto per la propria condizione di salute.

Un’altra barriera fondamentale nella lotta contro l’HIV è rappresentata dallo stigma. Nonostante i progressi nei trattamenti e nella sensibilizzazione, la discriminazione nei confronti delle persone con HIV è ancora una realtà in molti paesi. Secondo un'analisi globale, quasi la metà della popolazione in 42 paesi ha manifestato atteggiamenti discriminatori verso chi vive con l'HIV. Questo stigma si riflette anche nelle strutture sanitarie, dove circa un quarto delle persone con HIV ha riferito di aver subito discriminazioni quando ha cercato cure, anche per problemi non legati direttamente all’HIV. Superare lo stigma è essenziale per garantire un accesso equo alle cure e per migliorare la qualità della vita delle persone infette.

L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha infatti fissato un obiettivo ambizioso: porre fine alla pandemia di HIV entro il 2030. Nel 2023, l'OMS ha presentato nuove linee guida per migliorare la gestione dell'HIV, con l’obiettivo di ridurre ulteriormente la trasmissione del virus e migliorare la salute delle persone che vivono con l'HIV. Una delle principali raccomandazioni riguarda l’adozione della terapia antiretrovirale precoce e continua, che consente di mantenere il virus a livelli indetectabili. Questo non solo migliora la salute delle persone, ma previene anche la trasmissione del virus ai partner sessuali, attraverso il principio U=U (undetectable = untransmittable), che significa che una persona con HIV, con carica virale indetectabile grazie alla terapia, non può trasmettere il virus. Per questo lo stigma può rappresentare insieme al social divide una delle principali barriere per il raggiungimento degli obiettivi OMS.

In quest’ottica è importante tenere acceso un faro sulla ricerca di un vaccino efficace, nella consapevolezza che la fine durevole e sostenibile di qualsiasi pandemia infatti dipende dalla disponibilità di un vaccino, come di recente ci ha insegnato la pandemia Covid-19.

La Giornata mondiale contro l'HIV/AIDS è dunque un momento cruciale per celebrare i progressi e riflettere sulle sfide ancora aperte. La strada da percorrere non è ancora conclusa: disuguaglianze, barriere nell’accesso alle cure, e stigmatizzazione sono ancora ostacoli significativi nella lotta contro l'HIV. È necessario un impegno globale, basato su politiche sanitarie inclusive e sull'educazione, per garantire un futuro libero dall'AIDS.

In conclusione, la Giornata mondiale contro l’HIV/AIDS ci ricorda che, nonostante i grandi passi avanti fatti, la lotta non è finita. È fondamentale continuare a sensibilizzare e a lavorare per garantire a tutte le persone, ovunque nel mondo, accesso a cure adeguate, trattamenti efficaci e un futuro senza stigma e discriminazione.

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