World Polio Day 2021: Consapevolezze e Prospettive in era COVID-19

È un anniversario importante quello del 24 ottobre 2021, in cui si celebra la World Polio Day e in cui ricorre il trentatreesimo anniversario della Global Polio Eradication Initiative (GPEI), ideata nel 1988 dai 5 partner: Organizzazione Mondiale della Sanità, Unicef, Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie Statunitensi (CDC), Rotary International e Fondazione Bill e Melinda Gates al fine di eradicare la poliomielite a livello mondiale, liberando la popolazione da questa antica piaga dell’umanità. Data l’emergenza pandemica, soprattutto quest’anno, la GPEI commemora gli obiettivi perseguiti, le consapevolezze raggiunte e le prospettive future con il fine di promuovere la definitiva eradicazione dei ceppi di poliovirus selvaggi in tutto il mondo.

La data del 24 Ottobre è stata scelta come Giornata mondiale della Poliomielite poiché commemorativa della nascita di Jonas Salk, inventore del vaccino contro la poliomielite, unico metodo efficace di prevenzione della patologia e delle sue devastanti conseguenze.

La poliomielite, infatti, è una patologia infettiva acuta, altamente contagiosa, determinata da virus (polio virus, appartenenti al genere Enterovirus) che colpiscono il sistema nervoso interessando le cellule neurali e inducendo una paralisi che, nei casi più gravi, può avere esito letale. Il virus infetta solo il genere umano e il contagio avviene per via feco-orale, attraverso l’ingestione di acqua o cibi contaminati, o attraverso la saliva e le goccioline emesse con i colpi di tosse e gli starnuti da soggetti ammalati o portatori asintomatici. Indipendentemente dalla modalità di trasmissione il poliovirus penetra nell'organismo attraverso la bocca e si moltiplica a livello dell’orofaringe, delle tonsille, dei linfonodi del collo e del tratto gastroenterico (intestino tenue). Le cellule umane sono provviste di specifici recettori proteici ai quali i poliovirus possono aderire e quindi penetrare nelle cellule suscettibili. L'infezione evolve attraverso cicli di replicazione virale, determinando la distruzione delle cellule infette. Una volta instaurata l'infezione, i poliovirus possono raggiungere il sistema nervoso centrale attraverso la barriera emato-encefalica, tramite il torrente ematico o attraverso le fibre nervose. La moltiplicazione virale distrugge i neuroni motori che non rigenerandosi, determinano l’inabilità funzionale dei muscoli interessati, anche se in alcuni rari casi è possibile recuperare la funzionalità muscolare in modo completo.

Non esistendo farmaci in grado di curare questa malattia, l'unica possibilità di difesa è rappresentata dalla prevenzione vaccinale. Grazie alle campagne di vaccinazione di massa i casi di poliomielite dal 1988 ad oggi sono diminuiti del 99,9% e la stessa Italia è stata ufficialmente certificata "polio-free" il 21 giugno 2002 (anche se l'ultimo caso che si è manifestato nel nostro Paese risale al 1982).

Come noto, per anni nel mondo sono state implementate numerose importanti iniziative volte ad aumentare la consapevolezza sull'importanza di spegnere eventuali focolai esistenti sensibilizzando le istituzioni e la popolazione su una malattia troppo spesso dimenticata. Tuttavia, nonostante di recente anche la Regione Africana sia stata certificata libera dal poliovirus selvaggio, la poliomielite purtroppo è ancora una triste realtà che continua a mietere numerose vittime sia in termini di invalidità che in termini di mortalità, tra le quali, con una maggiore incidenza, i bambini sotto i cinque anni.

Infatti, nonostante gli enormi progressi della medicina in ambito vaccinale, di cui oggi più che mai siamo testimoni grazie alla vaccinazione anti-SARS-Cov-2, che ha permesso il contenimento della Pandemia e un principio di ritorno alla tanto attesa normalità di cui il mondo intero è stato privato per due lunghi anni, la ricomparsa della poliomielite nei Paesi polio-free continua a rimanere un evento possibile, fintanto che ci saranno zone del mondo in cui la malattia è presente e diffusa.

Sebbene oggi tale patologia sia endemica nei soli Paesi del mondo: Pakistan, Afghanistan e Nigeria (per WPV1), Papua Nuova Guinea (per cVDPV1) e Somalia (per cVDPV3), la persistenza di focolai epidemici, anche se localizzati in aree geograficamente circoscritte, costituisce un rischio latente per la globalità della popolazione; rischio peraltro notevolmente amplificato dal movimento della popolazione da quelle aree per ragioni familiari, economiche, culturali, ma soprattutto sociali nel contesto dei flussi di popolazioni sfollate e del rientro dei rifugiati.

Inoltre, il blocco imposto dalla pandemia Covid-19 nell’era pre-vaccinale e le persistenti barriere etniche e religiose, che hanno impedito di raggiungere ogni bambino con i vaccini antipolio, hanno contribuito ad un aumento esponenziale dei casi di malattia. Solo nel 2020, infatti, sono stati registrati 1226 casi di tutte le forme di poliomielite rispetto ai soli 138 del 2018.

Questi numeri appaiono ancor più preoccupanti se si considera che, come suggeriscono i recenti dati UNICEF e le numerose pubblicazioni scientifiche nazionali e internazionali gli ultimi 18 mesi hanno visto un significativo e vertiginoso calo delle coperture relativamente alle vaccinazioni infantili: circa 23 milioni di bambini hanno perso le vaccinazioni di routine nel 2020, con un aumento di 3,7 milioni rispetto al 2019. Una delle ragioni principali di questo importante decremento delle coperture vaccinali è stata la diversione delle risorse allocate e stanziate dalla impellente necessità di combattere la Pandemia COVID-19, protagonista indiscussa del panorama sanitario, politico, economico e sociale dell’ultimo biennio. India e Pakistan, in particolare, sono i due Paesi con il maggiore aumento delle vaccinazioni infantili dimenticate, per un totale di 4 milioni di dosi non somministrate.

Per quattro mesi del 2020 anche la GPEI si è trovata costretta a sospendere le campagne porta a porta contro la polio per proteggere le comunità dalla diffusione del COVID-19, allocando le sue risorse economiche ed umane per sostenere la risposta alla pandemia in quasi 50 Paesi. Ad aggravare la situazione il fatto che la maggior parte dei bambini privati del vaccino (molti dei quali provengono da comunità con accesso limitato ai servizi di prevenzione, spesso isolate dai centri sociali e soggette a conflitti politici e sociali sempre in aumento e ricorrenti) non ha ricevuto neanche una singola dose di vaccinazione.

A tal proposito, la scarsa consapevolezza e il dilagante fenomeno della Vaccine Hesitancy hanno ostacolato il progresso dell'eradicazione della polio soprattutto nei due Paesi con il maggior numero di casi di poliovirus selvaggi segnalati: Pakistan e Afghanistan. Entrambi i Paesi, infatti, hanno registrato un picco di casi durante il 2020 dopo che la vaccinazione anti-poliomielite è stata sospesa per dare spazio alla campagna di vaccinazione anti-COVID-19 e proteggere le comunità dalle gravi incombenze della Pandemia.

Peraltro, come evidenziato dalla Figura 1, (https://www.weforum.org/agenda/2021/10/world-polio-day-the-effect-of-covid-19-and-what-to-do-next/) alla ripresa delle vaccinazioni antipolio nell'agosto 2020, entrambi i paesi hanno registrato nel 2021 il numero più basso di casi di polio segnalati in più di un decennio. Per questo, le Nazioni Unite si stanno preparando a vaccinare tutti i bambini sotto i 5 anni in Afghanistan, compresi gli oltre 3,3 milioni che non potevano essere raggiunti dal 2018, a dar prova, ancora una volta, di quanto la vaccinazione rappresenti l’unico strumento reale e tangibile quale arma salvavita contro le malattie infettive.

Fig. 1 Casi di poliovirus selvaggi segnalati in Pakistan e Afghanistan nei primi 10 mesi di ogni anno dal 2011 al 2021
Fig. 1 Casi di poliovirus selvaggi segnalati in Pakistan e Afghanistan nei primi 10 mesi di ogni anno dal 2011 al 2021

Al fine di proseguire lungo la strada di questi incoraggianti successi, il Pakistan e l’Afghanistan hanno chiesto una rinnovata solidarietà globale e l’approvvigionamento di risorse continue necessarie per eradicare questa malattia prevenibile esclusivamente con la prevenzione vaccinale. Essi, dunque, si sono impegnati a rafforzare la loro partnership con GPEI per migliorare le campagne di vaccinazione e l'impegno con le comunità ad alto rischio di polio.

A tal fine, nel giugno 2021, il GPEI ha lanciato il piano "Strategia di eradicazione della polio 2022–2026: mantenere una promessa" che sostituisce la precedente programmazione 2019-2023.

Il Piano strategico 2022-2026, soprattutto nel delicato contesto attuale, in cui la pandemia di COVID-19 sta continuando a devastare il mondo dopo i 211,7 milioni di casi e 4,43 milioni di morti (al 23 agosto 2021), poiché le campagne di vaccinazione di massa hanno ridotto la drastica situazione in termini di mortalità e morbilità (al 23 agosto 2021, il 24,6% della popolazione mondiale era completamente vaccinato, il 32,7% aveva ricevuto almeno una singola dose e 33,56 milioni di dosi venivano somministrate su base giornaliera), sottolinea l'urgenza di rimettere nuovamente al primo posto gli sforzi per l'eradicazione della polio proponendo una serie completa di programmi strategici implementati a tal fine.

Tali programmi, comprendenti numerose azioni, molte delle quali sono in corso nel 2021, includono:

  • l'ulteriore integrazione delle attività antipolio con i servizi sanitari essenziali, compresa l'immunizzazione di routine e la costruzione di collaborazioni con le comunità ad alto rischio, al fine di co-progettare eventi di immunizzazione di massa e soddisfare meglio le loro esigenze sanitarie, in particolare per quel che concerne i Paesi Pakistan e Afghanistan;
  • l’applicazione di una lente di uguaglianza di genere all'attuazione delle attività dei diversi programmi, riconoscendo l'importanza delle lavoratrici per costruire la fiducia della comunità e migliorare l'accettazione dei vaccini;
  • una maggiore responsabilità e titolarità del programma a tutti i livelli, compresa una migliore misurazione delle prestazioni e un impegno con nuovi partner, come il nuovo sottocomitato regionale del Mediterraneo orientale per l'eradicazione della polio e delle nuove epidemie;
  • l’implementazione di nuovi strumenti innovativi, come gli strumenti digitali offerti agli operatori sanitari in prima linea, al fine di migliorare ulteriormente l'impatto e l'efficienza delle campagne contro la polio.

La campagna di quest'anno continuerà a utilizzare lo slogan "End Polio" per sostenere gli sforzi di eradicazione globale, compresa la continua vaccinazione contro questa malattia e il mantenimento di azioni di sorveglianza epidemiologica. Inoltre, commemorerà i 30 anni dall'ultimo caso di poliovirus selvaggio nella regione delle Americhe.

Pertanto, anche quest’anno saranno numerose le iniziative a livello nazionale e locale promosse in occasione di questa importante ricorrenza; tra le numerose manifestazioni le associazioni rotariane di Sassari hanno organizzato importanti iniziative tenutesi a Sassari in data di ieri 23 Ottobre 2021, ma per le quali si potrà continuare a contribuire per una settimana:

  • “Un buon caffè per una giusta causa: END POLIO” tenutosi dalle ore 8,00 alle 11,30 presso “Al mio Bar” Via Bardabasso 1/B
  • “Il caffè sospeso” che si è tenuto ieri presso “Accademia Caffè” Via Torre Tonda 11;
  • “Un caffe sospeso per la Polio” tenutosi al “Caffe Emiciclo” presso l’Emiciclo Garibaldi.

In questo contesto, Vaccinarsinsardegna.org richiama alla adesione consapevole alle vaccinazioni ed ai richiami vaccinali programmati dal calendario vaccinale, nel cui contesto si inserisce ovviamente anche la vaccinazione antipolio. A tal proposito, si ricorda che la schedula del vaccino anti-polio per il nostro Paese prevede la somministrazione 3 dosi di vaccino antipolio inattivato (IPV) nel corso del primo anno di vita, con ulteriori due richiami al 6° e tra il 12° e 18° anno di vita.

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